La storia russa diventa, nel film, l’occasione per riflettere, col sorriso, su alcune umane debolezze, sull’ambizione e sul potere. Mondadori). Writers: Armando Iannucci, David Schneider & Ian Martin Un gioco al massacro interno che vedrà soltanto uno diventare il prossimo capo del partito. Il padre di Iannucci, Armando, è napoletano, la madre è di Glasgow. I WONDER PICTURES (2018) Interpretato con disinvolta dissolutezza da Simon Russell Beale, alterna alla contrizione ufficiale la soddisfazione intima. Si aprono le danze, che vinca il più dannato.Morto Stalin, se ne fa un altro è una satira feroce sulla follia che regola un regime totalitario. A complicare la situazione vi è l’arrivo dei fanatici del dittatore da parte di tutta la Russia, uomini che vogliono onorare la morte di Stalin, questa odissea porterà alla fucilazione di ben 1500 civili. Non ci sono eroi, soltanto una gerarchia violenta e dannata, guidata da una sete di potere annegata nella vodka”. Il film è stato girato in Ucraina ma anche in Gran Bretagna ed è una delle rivisitazioni meglio riuscite della storia russa. Il regista scozzese segue la scia del suo In The Loop, una sferzata sarcastica sulla guerra in Iraq, e dopo aver attaccato il capitalismo vola dall’altra parte del mondo per affrontare il comunismo. Vedremo se, come preannunciato, Morto Stalin, se ne fa un altro sarà censurato in Russia, in un clima da nuova Guerra Fredda in cui anche un film può rappresentare un attacco alla Storia.Gian Luca Pisacane, Cinematografo.it, 2 gennaio 2018, Non è mai semplice gestire la morte di un capo di Stato, e il compito può risultare ancor più difficile se tale personaggio era un potente, autoritario tiranno. Perché l’arguzia del film di Armando Iannucci risiede nel coraggio di trattare strazianti avvenimenti da tempo confermati avvalendosi di una cattiveria sottile, abile nel pungere come saprebbe fare una freccia appuntita e instaurando una farsa che trae il proprio giovamento dal suo assoluto menefreghismo nei riguardi del buon gusto.L’irragionevolezza degli operati più crudeli perpetrati da Stalin vengono riportati con riflettuta comicità in Morto Stalin, se ne fa un altro, attraverso anche spiritose gag ben coreografate che rendono nel suo complesso il film di Iannucci un prodotto assai preciso nella visualizzazione della messinscena. Centrato sull'agonia del tiranno e basato sulla graphic novel di Fabien Nury (sceneggiatura) e Thierry Robin (disegno), Morto Stalin, se ne fa un altro evoca in filigrana la destalinizzazione e si consacra alla feroce guerra di successione aperta con la dipartita di Joseph Stalin. È lì lì, non ne avrà ancora per molto, sta per tirare le cuoia... e se ti giochi bene le tue carte, il suo successore potresti essere tu! Le cospirazioni sono animali selvaggi difficili da domare, che spesso si rivoltano contro il proprio padrone, lasciandolo morente sulla strada del cambiamento. Un gioco al massacro interno che vedrà soltanto uno diventare il prossimo capo del partito. Niente eroi, soltanto una gerarchia violenta e dannata, guidata da una sete di potere annegata nella vodka. Indecisi tra la paura (di essere purgati) e la speranza (di succedergli), i suoi compagni lo lasciarono crepare. Il "Cinema Odeon" di Vicenza utilizzerà i tuoi dati esclusivamente per il servizio newsletter e non affiderà a terzi la tua mail. Navigando tra scelte finzionali ed eventi reali, Iannucci disputa il grottesco al tragico e l'assurdo diventa implacabile. Le cospirazioni sono animali selvaggi difficili da domare, che spesso si rivoltano contro il proprio padrone, lasciandolo morente sulla strada del cambiamento. Si aprono le danze, che vinca il più dannato.Morto Stalin, se ne fa un altro è una satira feroce sulla follia che regola un regime totalitario. Alle prese con una satira feroce, stilisticamente curata, il comico cineasta scozzese coordina un manipolo di serpi in seno nate nel passato e rimaneggiate dall’intelligente ingegno dei realizzatori del soggetto – e della sua trasposizione in romanzo grafico – Fabien Nury e Thierry Robin, andando a girare una tagliente pellicola che sorprende per il suo parallelo binomio di arguzia e sconvolgente – poiché avvenuta – realtà storica.È il giorno 2 marzo dell’anno 1953, il leader Joseph Stalin lascia questo mondo e la sua nazione a causa di un improvviso e incurabile male. Un lavoro veramente incentrato sulla cura per il dettaglio, a cui viene attribuita un’importanza predominante. X FACTOR 2020, LIVE SHOW/ Eliminati Manitoba, Mika boccia Santi poi lo salva perché.. Teddy Reno, marito Rita Pavone/ La fuga dai tedeschi e l'amore "scandaloso" per... FERRO/ Il documentario di Amazon Prime Video che ci racconta un Tiziano senza filtri.